domenica 15 febbraio 2015

Tra la via e la Vita...

Tra la vita e la vita
(Dedicata a Roberta)

lunedì 19 dicembre 2011

Anima mia (di Mario Giuseppe Colitto)

Anima mia
chiudi gli occhi,
piano piano...
e come s'affonda nell'acqua
immergiti nel fondo,
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni ti accoglierà.
Anima mia chiudi gli occhi, piano piano...
e abbandonati come nell'arco delle tue braccia al tuo sonno,
 non dimenticarmi, chiudi gli occhi, piano piano, i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde...
anima mia.

mercoledì 19 ottobre 2011

A braccia vuote

Di Sira Fonzi

Se solo avessi avuto più coraggio
e ignorato quelle ombre,
se solo avessi più forte
abbracciato il pensiero,
se solo avessi spogliato il mio tempo
della veste d’eternità...

se avessi, se avessi...
mille volte se avessi.

Ora saresti qui bambino mio,
saresti qui tra le mie braccia
e forse non avrei saputo mai
che i baci perduti sono quelli più amari
e le braccia vuote
quelle sempre più fragili


mercoledì 14 settembre 2011

L'uomo dentro me.






Certamente ti domanderai 
chi sia l’uomo che parla ad oltranza con le mie labbra,
l'uomo che ogni volta ti lascia incerta a masticare il dubbio 
d’aver perso il senso e l’occasione. 

Non è uomo per te, 
bambina che raccogli fiori e li perdi lungo strada, 
non è uomo per te. 

Ti si scioglie fra le mani,
 e benché tu abbia, ragionevolmente,
esperienza ed audacia,
non ne puoi trattenere la sostanza. 

E’ un uomo di ritmi sincopati
in controtempo e tendenza, 
è un abnorme vuoto di posizione che si muove sempre restando lì... 
eppure non lo vedi. 

E’ un uomo,
un uomo maledettamente vecchio
che mostra il suo volto intatto 
e scevro dai segni del tempo. 

L’uomo che ora guardi 
ha trafitto un amore antico 
per guadagnarne il cuore e berne il succo...
ma è retrogusto di fiele che ormai gli guasta il sapore d'ogni cosa.

E' un uomo che parla e non dice, 
un uomo che per ogni istante d’amore perde una vita. 
L’uomo che ora guardi non ti guarderà,
lui nelle sere di appassionata malinconia maledirà d’averti amata sottovoce.

In quel singolare anfratto, 
tra fuga e necessità, 
si ciberà di te e di te si nutrirà... 
mi piace pensare che, infine, a tuo modo tu gli appartenga.

L’uomo che vedi quando mi cerchi 
è lo stesso che inseguendo i tuoi occhi, 
dopo averti trovata, rinnega lo sguardo 
e ricorda d’avere una sorte di provvisorie dolcezze. 

L’uomo che guardi, 
bambina che raccogli fiori e li perdi lungo la strada, 
son io soltanto. 

Dunque temi per quel che c’è da temere, 
raggranella i sogni
che devotamente deponi sulla mia strada
e lasciami andare.

Non c’è posto nei posti di questa vita 
che possa concedermi giaciglio.
Io sempre ritorno a partire ed inciampo, 
perché soli si cade più spesso e più spesso si riguadagna la via. 

Son io l’uomo che guardi, 
io che disegno il giorno crudele e smanioso in cui mi scorderai,
e mi scorderai quando finalmente andrò dritto per strade traverse 
lasciandoti sulla porta di casa a cullare la vita. 

Solo ti chiedo di accendere un lume, 
un flebile lume sottile nel tuo giardino,
perché a volte ritorno e potrei, 
una sera potrei, fermarmi e fumare sotto il tuo patio. 

Temi,
temi quel che c’è da temere
di me e dei miei occhi esiliati, 
e lasciali giustamente bagnare di memorie sconfitte.

Io son stato così, ricordalo ancora,
son stato un brevissimo autunno... 
e se niente mi appaga e mi scalda
niente m’appartiene davvero. 

È nuovamente l’ora di Altrove,
bambina che raccogli fiori e li perdi lungo la strada,
dunque volgiti indietro.

Sarò disordinato e tremante nel prender la via,
in fondo amare è stato al tempo un buon mestiere e potrei,
e potrei, desiderare ancora di sgretolare la mia pelle al calore terribile di te,
di lasciare siano le tue mani, nuovamente le tue mani, a percorrer le mie. 



sabato 10 settembre 2011

Odore (11 settembre)


Hai visto?
Le Torri son bruciate.
Cera colante sul candelabro acceso
e il dolce odore di zucchero filato disciolto sull'asfalto.

Hai visto?
Le Torri son scoppiate.
Spegne il sole la cenere di Vulcano
mentre l'odore di zolfo tinge l'aria e i rossi corpi martoriati.

Hai visto?
Il vento si sta alzando.
Soffia l'odore acre della morte e noi, 
inerti ed atterriti dallo scempio, lo respiriamo e lo portiamo addosso.



sabato 20 agosto 2011

Cuore di mamma (dedicata a Irina)

Di Sira Fonzi


E mentre ti perdi nei labirinti della mente
ti sorprende la luce dell'alba
che timida filtra nelle stanze vuote...
quelle stanze che un tempo non lontano urlavano la vita
ed ora piangono il silenzio,
il silenzio assordante incessante impietoso 
in cui trova spazio un solo rumore...

il battito di un cuore...

un cuore di mamma pulsa, non s'arrende, 
lotta con fervore nell'attesa di poter gridare coi colori della vita,
ancora e per sempre,
la parola Amore



venerdì 22 luglio 2011

Angelo Custode (dedicata a Melania)

 Di Sira Fonzi


Nel sentiero di luce
si odono ancora le sue risa e
il cigolio dell'altalena.

Paiono scandire il tempo,

un tempo ormai lontano
che più non ti appartiene

Non voltarti,
non fermarti
e non cercarla nel passato.

Segui la luce
e percorri il sentiero,
solo quella è la via che ti porterà a lei.

E quando ti sentirai sfiorare
dal canto degli angeli...
allora, e solo allora,

fermati,
prendi fiato 
e spicca il volo...

domenica 3 luglio 2011

Io, l'Infinito



Io sono Io, 
ciò che non c'è, 
più o meno niente. 

Io sono Io, 
combatto in te, 
nel tuo presente.

Io sono Io, 
chi ti ha lasciato, 
chi è senza fiato. 

Io sono Io, 
chi ti ha voluto, 
l'hai già scordato? 

Io sono Io, 
Io sono il vuoto, 
il tuo sgomento. 

Io sono Io, 
Io sono stato, 
sono il momento. 

Io sono Io, 
Io sono l'Essere, 
sono l'Essenza. 

Io sono Io, 
Io sono il Vero, 
sono Credenza. 

Io sono Io, 
tu solo polvere
nell'Universo. 

Io sono Io, 
ti sono uguale 
ma sei diverso. 

Io sono Io, 
però ti giuro, 
se sei pentito...

chiuderò gli occhi, 
e sarai Me,
nell'Infinito del mio Infinito.