venerdì 19 novembre 2010

Vita


Avevo un foglio, bianco e pulito in trasparenza,
lì ho disegnato con una penna la mia esistenza.
Ho dato colore ad ogni triste o felice momento,
niente tensioni ipocrisie o risentimento.

Fra quelle linee dritte ed oblique t'ho incontrata,
in mezzo ai toni miei più vivaci t'ho invitata.
Quando ho pensato di averti mia, di averti accanto,
te ne sei andata buttando all’aria tutto l’incanto.

I sogni rubano tempo al tuo sonno, poi vanno via,
quel che rimane è solo un ricordo, è fantasia.
Il dolceamaro del suo sorriso che si allontana,
e un'altra storia che sembra vuota, che sembra vana.

Nella sconfitta tutto si avvolge di grigia nebbia,
provi rancore e dentro porti stupida rabbia.
Spalanchi gli occhi ma tutto attorno sembra oscurarsi,
poi li richiudi, tanto ormai niente potrà avverarsi.

Avevo un foglio sporco e inzuppato del mio passato,
non mi piaceva il male avuto, il male dato,
con una gomma allora ho insistito, fino alle dita,
cercando un modo di cancellare quella mia vita.

Ed ho imparato che in questo mondo niente è sicuro,
ma non puoi dire che nel domani non vi è futuro,
quando sarai più che finito, senza più senso,
capiterà che troverai l’amore immenso.

Mettersi in gioco sempre e comunque, ricominciare,
prendere tutto per come viene, lasciarsi andare,
cercare un modo sempre migliore, senza dolore,
e di ogni cosa gustare tutto, ogni sapore.

Io ci ho provato, ho disegnato una nuova essenza,
ma questa volta con la matita e con più coerenza,
fidando su ciò che ho passato, sull’esperienza,
rischiando ancora per non pestare la mia coscienza.


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