venerdì 4 marzo 2011

E lui piangeva (dedicata a Tommaso Onofri)


E’ l’albero sul greto, s’erge fiero,
di qua la bianca via di la il rio.
Se vai di sera, all’ora del desio
quando la brezza fresca lo contorce,
udrai nel vento triste la sua voce.
Narra una storia cruda infame e truce,
ch'io che l’ho ascoltata ho perso sangue,
e qui ugual parole ora ti porto.

“Ricordo il gelo intenso a primavera,
discorsi circolare tra le piante,
un bisbigliar partito da vicino
seguiva l’ansia attonita del bimbo.
Le fronde respirando il suo terrore
portavan l'ira al suolo a cui eran fisse,
e quando l’aria giunse alle mie frasche
io vidi sotto l’esile figura.

Il pianto d’un neonato è differente,
raschia nel tronco, penetra la linfa.
E l'osservar pupille dilatate
cercare il dolce porto di sua madre,
le braccia piccoline ma allungate
allontanar la bestia che le blocca,
fa odiar e maledir le tue radici,
vorresti aver le mani non dei rami.

E non potei impedir l’orrore immenso.
Bestemmie maceravano la terra.
Il Satana sfoggiava la sua forza 
sull’innocente fiamma, la spegneva.
Il demone sbavava nella fossa,
vi seppelliva i ricci e le sue colpe,
con un ruggito si pulì dal fango,
lo scempio del tiranno era compiuto.

Riprese poi il sentiero barcollando,
la crosta aveva voglia d’ingoiarlo,
lì roteò la testa e restò fisso,
aveva inteso un punto luccicante,
le lacrime perdute dal fanciullo.
Pensai provasse il peso del rimorso
ma lessi indifferenza sul suo muso,
difatti le pestò prima d’andare.

Il fiume rallentò nell’andatura
che l’acqua aveva smesso di scrosciare,
il gufo annientando le sue voglie
fece silenzio per poter sentire.
Echeggiava un lamento sopra il piano,
un singhiozzo che sembrava vivo,
e lui piangeva e noi, certi in eterno,
decisi a proteggerne il ricordo.

Ciò che t’ho detto è stato,
non è una fantasia ed io non ho inventato.
Il male a volte striscia e si nasconde,
dal bene prende solo le sembianze,
ti segue, sta in agguato,
e se ti scorge inerme uccide le tue spoglie.
Tu fai tesoro del dolore immenso
e prega, e spera, di non saggiarlo mai del tutto."

Questa la storia che il vento m'ha portato,
le stesse sue parole ti ho citato.
Mi guardi male e forse non mi credi,
vorrei che tu potessi dargli ascolto.
E’ l’albero sul greto, s’erge fiero,
di qua la bianca via di la il rio.
Tu vai di sera, all’ora del desio,
vedrai se ciò che ho detto non è vero.





3 commenti:

Sira Fonzi ha detto...

Semplicemente meravigliosa.
Il muso dell'animale e gli occhi che cercano il porto sicuro.....
Brividi,occhi umidi e tanta rabbia!!!!

Sira

Grazie per il link, cercherò di inserire anche le altre del libro se riesco a rientrare nel sito, non mi fa accedere per modificare. Boh!!!

nico ha detto...

E'molto bella Massimo.
Sarebbe bella comunque, anche se non fosse stata scritta per lui. Ma a leggerla essendo madre e potendo girarsi a guardare i miei figli, qui con me al sicuro, diventa struggente. Provo rabbia e tristezza, ma un po' anche mi consola che un uomo possa scrivere una poesia con tanta dolcezza. C'é il male intorno a noi, ma c'é anche chi li cura. Grazie

nico ha detto...

Scusa, volevo scrivere: c'é il male intorno a noi, ma c'é anche chi lo cura. ciao